Frammenti è una biografia romanzata dove la cosiddetta storia minore è esemplare nella rappresentazione di un periodo, di una cultura e di un’atmosfera, in questo caso quella di una regione alpina qual’è la Valle d’Aosta, in un arco di tempo che va dagli anni Trenta a fine secolo.
Fulvio Marcoz rampollo di una notissima famiglia della borghesia liberale aostana, nella piena maturità, attraverso i frammenti della memoria compone, o meglio ricompone, il suo romanzo di formazione. La scelta di impegnarsi in questa impresa è da ricercare nella necessità di ciascuno nel fissare esperienze e momenti della propria esistenza per consegnarli al futuro. Nella vita, oggi più che mai, siamo impegnati nel guardare avanti, nel procedere, ma non ci rendiamo conto che, in realtà, siamo qui solo perché un giorno ci gireremo a guardare se è rimasto un segno del nostro passaggio; è probabilmente questa una delle chiavi di lettura del testo che, tuttavia, per le molteplici suggestioni trasmesse, non va relegato tra quelli di memorie autoreferenziali.
Da questo punto di vista, più che un romanzo, non vi sono infatti gli elementi tipici di questo genere letterario, ci troviamo di fronte a un documento nel quale si descrive la vita un gruppo sociale che agisce e interagisce con il resto della società, dove sono descritti aspetti dal sapore anche etnografico di un ambiente e di una classe sociale che ormai ha cambiato pelle, forse per non esistere più.